Come aprire un’attività di ristorazione

26 Maggio 2023

Il settore della ristorazione è in costante crescita, nonostante le difficoltà causate dalla recente pandemia: avviare un ristorante, quindi, può essere un’avventura imprenditoriale entusiasmante e soprattutto un business molto redditizio.

 

Per riuscire nell’impresa è necessario creare un mix equilibrato tra diversi “ingredienti”: preparazione tecnica e professionale, resilienza, grinta, skill aziendali, capacità di padroneggiare il marketing e di interpretare le tendenze del mercato.

 

Aprire un ristorante: i requisiti richiesti dalla legge

 

Il primo step per aprire un’attività di ristorazione è ovviamente essere in possesso della qualifica di cuochi professionisti.

 

Sarà infatti proprio lo chef di cuisine il responsabile di tutte le attività che si svolgono in cucina, dalla preparazione del cibo alla coordinazione con il personale.

 

Oggi è possibile ottenere questa qualifica anche se non si è in possesso di un diploma di scuola alberghiera, basta conseguire l’attestato HACCP e frequentare i corsi per cuochi professionisti offerti da enti pubblici, privati o territoriali.

 

Non dimentichiamo le doti umane: predisposizione al contatto con il pubblico e abilità organizzative e manageriali rappresentano le basi necessarie per il successo dell’attività.

 

Per aprire un locale la legge richiede la maggiore età, aver esercitato per almeno due anni (anche non continuativi) attività nel settore della somministrazione o ristorazione, aver frequentato un corso SAB (ex REC) e un corso di studi con materie inerenti la preparazione di alimenti e il commercio e, infine, non aver mai dichiarato fallimento o essere stato interdetto.

 

Questi requisiti devono essere certificati dallo Sportello Unico delle Imprese.

 

Vi ricordiamo che il responsabile della sicurezza del locale dovrà frequentare un corso antincendio e di primo soccorso.

 

La pianificazione e lo studio di mercato

 

Dare vita a una nuova attività in ambito ristorativo è un’impresa che necessita di un’attenta pianificazione. Non ci si improvvisa chef dall’oggi al domani e non basta affittare un locale per diventare automaticamente un imprenditore.

 

La prima cosa da fare è elaborare un attento studio di mercato, un vero e proprio business plan necessario per comprendere quali sono i ristoranti che sembrano avere maggiori opportunità di successo.

 

Dopo aver stilato una lista dei locali della zona che hanno tutte le caratteristiche per essere considerati dei competitors, dobbiamo porci una serie di domande relative al concept generale del ristorante, al cibo servito, ai prezzi, al servizio e così via.

 

Comprendere la concorrenza ci aiuterà a sviluppare una proposta nuova e originale rispetto ai nostri “rivali”. L’originalità crea un valore aggiunto per il cliente e ripaga in termini di affluenza, notorietà e guadagni.

 

Cibo e interior design

 

Pianificare l’apertura di un ristorante vuol dire riflettere attentamente sulla proposta da offrire al pubblico. Le possibilità sono davvero numerose. È possibile aprire una pizzeria, una paninoteca, un ristorante che propone cucina locale e a km 0, una steakhouse e così via. Integrare lo studio di mercato con la tipologia di cibo e servizio è un passaggio fondamentale per individuare il target della clientela, la zona e il locale da affittare.

 

Dopo aver scelto il cibo da servire, pensiamo al progetto e agli arredi del locale. Un ambiente in linea con l’offerta, esteticamente gradevole e accogliente, fa sentire a suo agio il cliente e lo spinge a tornare. Per raggiungere questo obiettivo, è consigliabile affidarsi a un professionista del settore per essere sicuri di non sbagliare soprattutto se si è alle prime armi.

 

La scelta del locale e i requisiti normativi

 

La location può favorire o impedire il successo di un ristorante.

 

La scelta della posizione diventa quindi uno dei punti chiave più importanti di questa avventura imprenditoriale. Se possibile, è consigliabile preferire un ristorante ad alto traffico pedonale o motorizzato e vicino a punti nevralgici della città: il centro, i supermercati, gli uffici e le principali aziende della zona. Attenzione anche al parcheggio e ovviamente ai costi annuali.

 

Il ristorante è un pubblico esercizio e come tale deve possedere una serie di requisiti previsti per legge come, ad esempio, quelli edilizi, urbanistici e tecnici in materia di idoneità sanitaria e sicurezza.

 

Il locale deve rispettare i vincoli presenti nel regolamento comunale, avere una metratura idonea e disporre di servizi igienici che possono essere utilizzati dalle persone diversamente abili. La destinazione d’uso del locale dovrebbe essere di natura commerciale.

 

Aprire un ristorante: gli aspetti burocratici e amministrativi

 

Per aprire un’attività di ristorazione è necessario possedere la partita IVA per imprenditore individuale. Se intendiamo invece avvalerci della presenza di soci sarà necessario costituire una società. Un consiglio: se siamo agli inizi, è meglio scegliere una Srl semplificata, quindi una società a responsabilità limitata.

 

Per avviare l’attività sarà necessario presentare la SCIA al comune per segnalare l’inizio dell’attività, la Comunicazione unica alla Camera di Commercio competente per territorio e ottenere la licenza commerciale nel caso il locale sia nuovo. Se affittiamo un locale già adibito a ristorazione, la licenza ci verrà consegnata dal conduttore mentre sarà necessario effettuare una comunicazione all’agenzia delle dogane per la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche.

 

Tra i documenti richiesti ricordiamo:

 

  • iscrizione INPS e INAIL

 

  • Iscrizione al CONAI

 

  • richiesta alla SIAE per la diffusione della musica nel locale

 

  • Autorizzazione comunale necessaria per esporre l’insegna.

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